domenica 30 marzo 2008

COCOA BEACH SURFING PRACTICE










Dopo nove giorni di lavoro consecutivi finalmente il giorno off..solo uno questa settimana sfortunatamente e quindi non puo' andare sprecato. Niente riposo, si sente il bisogno di qualcosa di nuovo e adrenalinico.

Obiettivo: provare a surfare. Location: Cocoa Beach. Risultati: alterni (sono stato anche "surfato" nel senso che un mio amico mi e' passato con la tavola sulla schiena..non piacevolissimo). Tornato a casa stanco e abbrustolito. Ma contento.

lunedì 17 marzo 2008

SIESTA KEY







Le temperature cominciano a salire e, allo stesso modo, la voglia di mare cresce. Ed il fatto che ad Orlando il mare non ci sia non ci scoraggia minimamente anzi, ci invoglia a muoverci. Questa volta la meta prescelta e' stata la spiaggia di Siesta Key, nei pressi di Sarasota, a circa 2 ore di strada da qui. La spiaggia ha tutte le principali caratteristice delle spiagge americane, o almeno di quelle delle Florida: e' enorme, la sabbia e' bianca, il mare e' freddo, ci sono le caratteristiche torrette dei bagnini e giusto quella decina di campi da beachvolley.
Il tempo non era bellissimo ma la spiaggia era piena ugualmente, perche' adesso qui e' periodo di spring break, ovvero le universita' americane chiudono per una settimana e i ragazzi e le ragazze si concedono un po' di vacanza e si spostano dai posti freddi a quelli piu' caldi.
L'americano medio, se cosi' si puo' chiamare, in spiaggia non puo' fare a meno di 3 cose: la sedia ( pochi maschi si sdraiano sull'asciugamano a differenza delle donne, sara' un segno di virilita'..mah ), la palla da football e la birra. La maggior parte delle persone e' dotata di borse frigo grosse come comodini e quelli che hanno paura di rimanere senza birra prima del tramonto caricano interi barili sui pick up e li scaricano sulla sabbia. Noi ovviamente eravamo sdraiati a pendere il poco sole che c'era ( roba da donne ), non avevamo birra ma avevamo la palla da football. Solo che ci giocavamo coi piedi creando diversi problemi ai nostri "vicini di posto" e attirando gli sguardi straniti degli altri.
D'altronde se l'italiano non si fa riconoscere che italiano e'?!